Tartufi Siciliani, Parliamone con gli esperti (parte seconda)
Alberto Capizzi 
Abbiamo incontrato alcuni esperti che da anni si occupano di tartufi in Sicilia: il micologo Arturo Bucchieri, il micologo e cavatore Mario Prestifilippo e gli chef Domenico Pipitone e Andrea Davì.
Abbiamo rivolto loro alcune domande sul tubero più prezioso al mondo, parola agli chef:
Tartufo siciliano: cosa potrebbe significare per l’economia dell’Isola (turismo, industria alimentare, indotti vari)?
DP: Il tartufo siciliano sarebbe in grado di alzare il Pil dell’isola con un progetto strategico che coinvolgerebbe i principali attori dell’economia territoriale in grado di proporre tutto l’anno iniziative legate alle peculiarità del territorio, dall’enogastronomia al turismo leisure, dalla cultura all’artigianato.
Quanto può valere in termini economici un’eventuale industria del tartufo in Sicilia?
AD: Attualmente parlare in termini economici dell’industria del tartufo in Sicilia è prematuro, ma considerando che il business nazionale è sui 500 milioni di euro, crediamo che possa essere per la nostra isola un volano in termini di incoming turistico e di ampliamento del piano occupazionale.
Chef, le eccellenze siciliane si possono sposare bene con il gusto e l’aroma particolare del tartufo? Fateci qualche esempio di preparazione.
DP e AD:Decisamente si. Dal nostro background ristorativo nazionale ed internazionale, possiamo dire che la qualità del tartufo siciliano è veramente pregevole, trovando il giusto connubio con le eccellenze della nostra splendida isola.
Vi proponiamo:
Battuta di asina siciliana con asparagi, provola affumicata delle madonie, miele millefiori di ape nera sicula e tartufo nero brumale dei Nebrodi.
Risotto con gambero rosso di Mazara del Vallo, pistilli di zafferano ennese, ortica selvatica e tartufo bianchetto delle Madonie.
Filetto di alalunga scottata su crema di borragine e tartufo nero scorzone dei Monti Sicani
