Camilleri, l’immortalità non è per tutti


L’immortalità non è per tutti e ci sono fondamentalmente due strade per raggiungerla: fare qualcosa di straordinariamente bello e buono, oppure fare l’esatto opposto.

 Andrea Camilleri ha segnato almeno due generazioni di Italiani e di Siciliani ed è partito, se si vuole, anche un po’ in ritardo.

Ma un felice destino ci ha dato la possibilità di averlo con noi il più a lungo possibile.

Sì, è il padre di Montalbano, un prodotto letterario che ha superato le barriere del regionalismo portando la sicilianità ad un fatto assolutamente nazionale.

Ha accompagnato i Siciliani migranti nel loro distacco dall’isola, nel loro peregrinare alla ricerca di un futuro migliore.

Ricordo quando anche io vivevo “su al norde”, metà anni ’90, e Giovanni e Linda incominciarono a leggere il primo racconto del commissario siciliano “La Forma dell’Acqua”.

Partì immediata la gara per riconoscere i paesaggi che lì venivano descritti o nominati. Giovanni era un giovane diplomato dell’agrigentino, con una grande passione per la cultura che, appena diplomato, si trasferì in Emilia per un posto sicuro in banca.

Linda era una 25enne di Rosolini, laureata da un anno in Economia ed anche lei trasferitasi per la stessa banca nello stesso comune, insieme alla sua amica di studi Maria.

Con una certa celerità il fenomeno si espanse in quella allargata famiglia di emigranti, che aveva nel nostro appartamento a Reggio Emilia un punto di riferimento: Giuseppe da Giarratana a Pavia in Banca d’Italia, Monica ed il suo ragazzo, a Firenze da Siracusa, in uno sportello di Cambio Valuta; e poi Corrado da Modica, Mimmo, Ciccio…e tanti altri.

Il passaggio dal libro al film è stata un’automatica conseguenza dopo i quattro episodi letterari.

Nel frattempo il contagio si allargava agli amici calabresi, ma anche ai colleghi emiliani, lombardi, veneti e piemontesi che avevano una qualche origine sicula e che si sentivano riscaldare da frasi e modi di dire dei loro parenti del sud. Tutti ricominciarono a sentirsi siciliani.

Camilleri, però, negli ultimi 20 anni si è trasformato in qualcosa di più dell’autore di una serie televisiva di successo. È diventato il nonno degli italiani. Il nonno narratore dei racconti della buonanotte, per poi diventare il nonno combattivo contro l’incoscienza e la presunzione dell’ignorante. Accusatore integerrimo verso la servile volontà del popolo di eleggere il tiranno.

Il risultato di tutto ciò è che il nonno oggi è partito per il lungo viaggio dell’immortalità, che i nostri cuori e ricordi alimenteranno per sempre.

Non tutti avranno lo stesso onore. E mi piace immaginare in paradiso una categoria a parte di anime in cui Nonno Andrea incontrerà Nonna Rita e Paolo (Borsellino), i Nonni Giovanni (Falcone, Sciascia, Verga), Nonno Peppino (Impastato) e che da lì, insieme, possano continuare ad essere i nostri fari immortali.

Vignetta di Alagon
Marco Mauro Martello

Direttore\Editore di cosenostrenews.it

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