Alagon di Vincenzo Zoda


E’ isolana di Cagliari, Virginia Cabras, uno dei pennelli più delicati e sensibili del mondo web. Ha una biografia da globe-trotter, per  motivi artistici e professionali.

Dopo gli studi classici nella sua città natale, si trasferisce a Pisa dove consegue la laurea in Conservazione dei beni culturali. L’indirizzo Archeologia si conclude con la frequenza della Scuola di specializzazione in Archeologia.

Si trasferisce poi a Zurigo per frequentare un dottorato in Archeologia ed attualmente vive a Dublino, da dove mantiene il contatto con il mondo. Qui trova l’opportunità per rimanere in stretto contatto con l’Italia grazie ai social media, in cui ha dato i natali al marchio dell’artista Alagón.

Sul web vanta numerose collaborazioni come vignettista per importanti pagine di satira e denuncia sociale (Kotiomkin e Vignettisti per la Costituzione solo per citarne alcune).

Bambino profugo in mare su una barchetta di carta

Dal tratto grafico delle opere di Alagon, delicato e dolce, traspare una sensibilità profonda. Caratterizza così tutte le sue creazioni e le utilizza con perizia attenzionando il lettore su varie tematiche sociali.

L’indifferenza e la prevaricazione verso i più deboli acquisiscono voce. Si muovono in un coro di dissenso e su un palcoscenico di vignette graffianti e di efficace irriverenza.

Il potente di turno è così deriso. L’efferatezza dei suoi soprusi è assottigliata dai caratteri giocosi, lasciando cadere così il personaggio vittima del suo stesso scherno.

I successi

Virginia, nel corso della sua pluridecennale esperienza di vignettista, nata tra i banchi di scuola, ha acquisito sempre maggiore notorietà. I risultati l’hanno portata ad esporre in vari contest internazionali:

  • Galway Cartoon Festival exhibition: esibizione sulla prima guerra mondiale
  • Union of World Cartoonists 2018 exhibition: “Humanity is dying in Yemen”
  • The  Euro-kartoenale Kruishoutem ‘The Wall’ 2019. contest
  • THE BEST OF 2018 – Cartoon Home Network International, Kowalska-Wieczorek Wśród: classificata tra i primi 10
  • International Virtual Cartoon 2018, Exhibition CHNI, “Leave no one behind”
  • L’Uomo Nero, mostra di vignette organizzata da “La Comune di Riace”

Cagliari/Dublino – andata e… ritorni emotivi

“Riposo la schiena appoggiata alla pietra giallastra qui allo East Pier. Il tozzo rosso sombrero del faro non è abbastanza per coprire i timidi raggi di questo sole settembrino, che un poco mi scaldano.

Traguardo in mare, verso Dalkey Island, dove l’altro faro fende il cielo con il suo collare rosso corallo. E che da più di un’ora provo a trasferire sul mio taccuino da disegno.

Ma oggi questo grigio plumbeo si addensa sul foglio immacolato e la matita resta immobile come inghiottita da sabbie mobili di cellulosa. Una malinconia mi avvolge, dolce e vischiosa come miele.

Il Destino

Il destino spesso si diverte a giocare a biglie che corrono su solchi leggeri ma che portano lontano, talvolta molto lontano. Son le stesse le pietre ciclopiche che scolpiscono questo lembo di mondo a Nord. Guardo il promontorio di Howth a Nord, ma manca Sant’Efisio. Mancano i profili delle case che si stagliano sul cielo azzurro di casa.

Sul calendario delle mie vene rintocca muta la campana del tuo ricordo. Papà.Scorre palpitante e veloce nelle emoglobine dalla testa al cuore e ritorno. Bambina mi portavi a Nora tra i pavimenti luccicanti.

Granelli di pietra che mani esperte avevano schierato come un esercito paziente e ordinato con divise di mille colori. Mi raccontavi le storie di quelle mura, di quei mosaici. E le tue mani dipingevano nel cielo forme, colori e profumi.

…Felicità

Ed io impazzivo di felicità. Come quando mi portavi per la campagna in cerca di pietre antiche, o al mare d’inverno… e restavo a guardarti mentre con le stesse mani dipingevi sulla tela.

Poi la sera quei granelli colorati ritornavano quasi identici. Sul tavolo, in cucina, dentro al piatto le fregole fumanti che mamma preparava, con le arselle. E’ tardi, è freddo. Il faro non l’ho disegnato. Ma rapita dai ricordi ho scarabocchiato qualcosa.

Una minuscola conchiglia galleggia. Ed io piccola dentro, rannicchiata, navigo dentro un cielo terso. E i tuoi pennelli che mi hai lasciato, sono remi”

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