#ugrannangulu – Il terzo Teatro (lirico) più grande d’Europa


È il terzo teatro più grande d’Europa”: noi palermitani lo diciamo almeno un paio di volte all’anno (almeno!) riferendoci al Teatro Massimo, uno dei simboli di cui andiamo più orgogliosi, insieme alle arancine (al femminile, vi prego, non sia mai!) e ai cannoli. Ed è vero, è il terzo teatro lirico più grande d’Europa, per ordine di grandezza architettonica, dopo l’Opéra di Parigi e la Staatsoper di Vienna.

Tronfi di questo successo, tendiamo a dimenticare la storia travagliata di questo teatro, a cominciare dalla sua idea originaria, ossia un teatro dell’Opera da costruire a Piazza Marina, da dedicare a Ferdinando II di Borbone. Parliamo, ovviamente, degli anni precedenti all’Unità d’Italia.
Il progetto sopravvive all’annessione, ma cambia location, identificando l’area di Porta Maqueda come zona di costruzione per il futuro teatro: era il 1864.

Poiché il siciliano si è fatto riconoscere subito dai nuovi regnanti, si pensa bene di bandire un concorso aperto ad italiani e stranieri al fine di trovare un architetto adatto, e per evitare favoritismi si sceglie di istituire una Commissione giudicatrice priva di siciliani, composta da un membro tedesco, uno francese e uno italiano (ma non siciliano). La prima scelta ricade su un grande architetto tedesco: peccato che era morto 23 anni prima. Non cominciamo bene.

A questo subentra la lentezza, che noi conosciamo bene.

Nel 1864 si sceglie la Commissione (nel frattempo riesce a formarsi nonostante tutto), nel 1866 scade il bando e viene stabilito un vincitore (a sorpresa un palermitano, Giovan Battista Filippo Basile) ma è soltanto dopo 9 anni (1875) che viene posata la prima pietra.
L’illusione dura poco, perché i lavori sono sospesi nel 1878 per motivi ad oggi incerti, e ripresi dopo 12 anni (1890) soltanto perché vi era l’intenzione di completare tutto prima dell’Esposizione Universale del 1891.
Ovviamente questo non accade.
I lavori terminano dopo altri 7 anni (1897), nonostante il passaggio di consegne dei lavori dal padre Giovan Battista Filippo, morto nel 1891, al figlio Ernesto Basile.

È quindi dal 1897 che noi palermitani ci vantiamo del “terzo teatro dell’opera più grande d’Europa”.

E lo facciamo anche se nel 1974 chiude per lavori di ristrutturazione necessari (leggi: stava letteralmente cadendo a pezzi) che non vengono fatti fino al 1996, quando iniziano intensi e veloci (quindi è possibile!) e nel 1997 verrà nuovamente inaugurato, dopo 23 anni di quasi totale abbandono, con una piccola e brevissima eccezione nel 1990: le riprese del film “Il Padrino III” effettuate all’esterno e all’interno del Teatro Massimo.

Quando passeggiamo in Piazza Verdi e ammiriamo il terzo teatro lirico più grande d’Europa, occorre pensare che è un’opera costruita da palermitani, per i palermitani, e sopravvissuta nei decenni nonostante i palermitani.

E allora si che possiamo essere tronfi e orgogliosi, perché noi palermitani abbiamo costruito, da soli, il terzo teatro lirico più grande d’Europa, non una volta ma ben due, nonostante tutto.

(fotografia di Raffaele Franco || #ugrannangulu )

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