“La Cirano” di Andrea Bellati e le centomila solitudini


La Cirano di Andrea Bellati è un romanzo di formazione “tardiva”, rivolto appositamente ad un pubblico di adulti che non hanno ancora fatto i conti con la loro età e non sanno gestire le relazioni sociali, men che meno quelle di tipo sentimentale. Il libro è stato pubblicato da ExCogita.


Chi è Andrea Bellati

Scrittore, regista, formatore e divulgatore scientifico. Milanese DOC, Andrea Bellati è innamorato follentemente di Gela al punto da inserirla nella trama del suo libro. È proprio dai suoi corsi di formazioni che è nata l’idea di ShipLab, che lo scorso giovedì 4 aprile ha promosso la prima presentazione del romanzo in cui l’autore ha dialogato con Rosa Battaglia. Nella trasposizione dei dialoghi in dialetto nella narrazione si è rivolto a Valentina Arsini, dottoressa in psicologia del benessere.

La Cirano e le differenze fra uomo e donna

La Cirano è un’agenzia del tutto fuori dagli schemi, per quegli uomini che vorrebbero conquistare una donna, che si tratti di una notte o del resto della vita. Tramite quest’agenzia possono acquisire identità fasulle, porsi come eroi, benefattori, persone di successo. Possono fingere di vivere in appartamenti di lusso e pagare attori per inscenare una molestia da cui salvare la loro preda. E quando non sanno più cosa dirle basta indossare un auricolare per ricevere dei suggerimenti. Se il loro target vorrebbe un gattino a questi poveri sfigati basta semplicemente scegliere il colore e farlo “casualmente” passare per strada.

I clienti sono perlopiù uomini perché ad oggi le donne hanno acquisito quella tenacia nelle relazioni che ancora viene meno al sesso opposto. Lo conferma l’esperienza di Andrea Bellati: “Quando faccio formazione nelle scuole noto che le ragazze sono molto più sveglie, preparate e curiosa. I maschi invece sono più bloccati, probabilmente perché devono confermare un ruolo che è stato imposto loro culturalmente e per cui hanno paura di mettersi in gioco.”

Il guaio è che quest’agenzia avrebbe i requisiti legali e burocratici per nascere sul serio. Per fortuna, il fattore etico non ci ha ancora fatto arrivare a tanto.

Lì vi lavora Vassi, il protagonista del romanzo. È un maestro nell’artefazione delle vite altrui, ma non sa gestire la sua di vita sentimentale. Tuttavia, scoprirà anche lui di essere a sua volta vittima di un inganno famigliare che nasconde una verità terrificante.


I social e il tempo delle centomila solitudini

L’idea de La Cirano prende spunto dai social network. “Siamo delle piccole isole solitarie che si mostrano ma non fanno entrare. Se pensiamo ai social, sono una vetrina di sé che consentono uno scambio molto sterile. – commenta l’autore – È proprio dai social che parte l’idea di costruire delle identità fasulle, in cui una persona mostra ciò che vuole che si sappia di sé. Lo da in pasto a un potenziale partner per un presunta relazione, ma è fasulla sin dall’inizio.”

Perché questa difficoltà a relazionarci e a mostrare il proprio sé? Interviene la psicologa Valentina Arsini: “Nei social cerchiamo di mostrare solo cose belle, come se ad oggi il fallimento non fosse contemplato.  L’identità che mi costruisco io è quella che si aspettano gli altri, ma non è la mia reale identità. Questo porta a una costante tensione nel dover soddisfare le aspettative altrui. Se pubblico solo foto ‘fighe’ devo essere una persona interessante e devo sempre mantenermi all’altezza del mio profilo virtuale. Ma nella realtà siamo comunque persone complete, competenti, ma anche manchevoli. Siamo persone forti ma anche deboli. Nelle nostre solitudini pensiamo di essere gli unici a patire appena ci connettiamo a questo mondo artefatto di gente che fa lavori bellissimi e vacanze bellissime, così cerchiamo di somigliare agli altri.”

Milano, Gela e… il Karma.

Dalla panineria al bar del lungomare, alla spiaggia, alla Torre di Manfria nei momenti riflessivi, l’influenza di Gela è presente nel vissuto dell’autore e nel suo vissuto emotivo. Ma che differenza vi è tra il tessuto gelese e il tessuto milanese? Quanto la città e il contesto sociale incidono sul relazionarsi con l’altro? “Beh, a Milano non ti conosce nessuno, mentre quando esco con amici gelesi questi si fermano ogni trenta secondi a parlare con qualcuno. Quindi, da una parte rende più difficile approcciare due sconosciuti, mentre dall’altra ad approcciare uno sconosciuto o sconosciuta non mi sento giudicato.”

Il protagonista Vassi si definisce un “single di professione” ed è un milanese purosangue, fin quando non scopre di avere un legame speciale con Gela, dove si recherà per indagare sull’origine delle sue vicissitudini.
Ma a detta dello stesso autore, il finale riserva un sorprendente paradosso, trovando una luce in fondo al tunnel: “Poichè quest’uomo è uno stronzo nell’animo lo punisco. Inizialmente gli faccio fare la bella vita e lo rendo un uomo di successo, e poi gli do una mazzata dietro l’altra. Questa cosa chiaramente lo distrugge e a questo punto deve ricostruirsi. Nelle attenzioni di una ragazza che aveva scartato dapprima, riconosce la luce di quello che potrebbe essere il grande amore.”

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