Gli Airpods e la dittatura Apple


Avete presente gli Airpods? Cuffie auricolari rigorosamente senza fili di Apple.
Li avrete visti di certo a ragazzini con i risvoltini e scarpe da 500 euro.
Sì, perché il prodotto in questione costa dalle 150 euro in sù e ovviamente è collegato a prodotti Apple che hanno prezzi variabili ma sicuramente esosi.

Gli Airpods sono diventati necessari. Inaccessibile ma necessari. Gli Airpods sono un must have.

E’ di qualche giorno fa un articolo di Repubblica che pone l’accento su questa nuova moda e su come un’azienda come Asos abbia deciso di mettere in vendita degli Airpods finti alla modica cifra di 9.50 euro per consentire a questa fantomatica generazione Z di essere al passo coi tempi e le mode.

La cosa che mi sconcerta è il non riuscire a porre l’accento su un fatto ben più grave e cioè non che Asos abbia creato una versione che non funziona neanche ma che se ne parli come un fenomeno di costume perfettamente inerente ai tempi.

Quando avevo 17 anni i walkman erano arrivati nelle nostre pessime vite di adolescenti senza musica e ci intrattenevano per strada e sugli autobus affollati di adolescenti pessimi tanto quanto noi, ci si passava il CD, poi la musica scaricata da siti vari ed eventuali legali e non.
Be’ la musica faceva il suo dovere: creare condivisione.

L’accessorio adesso sostituisce la musica, sostituisce la condivisione e diventa necessario per appartenere ad un gruppo che si veste, parla, ride in un determinato modo.
Trovo tutto questo molto triste e per lo più privo di senso.

E comunque quel genio di Asos non è un pioniere in questa proposta: provate a passare per una stazione qualunque di una qualsiasi città italiana. Gli Airpods sono in vendita tra le cianfrusaglie dei nostri amici vucumprà allo stesso prezzo e forse se siete bravi anche a meno.

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