A The way Station l’edizione 40 dell’Efebo d’Oro


Il film The Way Station (Dao cua dan ngu cu in lingua originale) ha vinto la 40° edizione dell’Efebo d’oro. Nella serata conclusiva della kermesse, la giuria ha assegnato il prestigioso premio alla regista vietnamita Anh Hong. Il film è l’adattamento del romanzo di Do Phuoc Tien The Island of Aliens, scritto nel 1992 e tradotto in inglese e in francese.

un film che “porta i segni dell’oltre”

 

Il punto di vista è quello di Phouc, assistente del ristorante “Notte Bianca”, una sorta di luogo di passaggio capace di esporre psicologie perturbanti e passioni violente. Persone dalla diversa provenienza geografica e dalla diversa estrazione sociale sembrano passeggeri alla ricerca di una fermata che possa restituire ordine e serenità. Quell’ordine ha nel “Notte Bianca” la sua perfetta localizzazione, simulazione del mondo interiore del suo proprietario, che tuttavia cela i drammi del contesto familiare. Il film d’esordio della Hong ha avuto la meglio su una selezione di pellicole davvero interessanti.

Per la giuria, composta da Egle Palazzolo, presidente del Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema, dai registi Volker Schlöndorff e Daniele Ciprì, dalla fotografa Letizia Battaglia e dalla docente e scrittrice Nicoletta Vallorani, le ragioni del premio vanno cercate nella raffinata analisi psicologica dei personaggi, capace di oltrepassare la stessa evoluzione degli eventi. E nella possibilità di cogliere similitudini e diversità che consentono all’animo umano di accedere ad “una dimensione che porta i segni dell’oltre”.

 

Peter Greenaway cittadino onorario di Palermo

Ma la serata è iniziata all’insegna di Peter Greenaway. L’artista gallese ha ricevuto il “Premio Città di Palermo – Nuovi linguaggi” per la sua straordinaria qualità di contaminare arti e culture diverse. Non è un caso che il riconoscimento sia andato ad uomo che ha fatto della fusione il segno della sua produzione:  pittore, scrittore, regista teatrale e di cinema cinematografico. Un premio, per certi versi, sorprendente, assegnato ad un regista che si è speso per una estetica cinematografica che oltrepassasse lo storytelling. Greenaway è stato insignito, anche, della cittadinanza onoraria di Palermo.

Il sindaco Leoluca Orlando ha sottolineato il tratto comune dell’artista e della città, che sta nella capacità di vedere l’arte con la prospettiva multipla degli insetti. Greenaway, da parte sua, ha dichiarato quanto il senso del barocco italiano (ed anche quello palermitano) abbiano contribuito alla sua estetica.

…nel segno delle donne

A Dario Albertini, è stato assegnato l’Efebo speciale per il miglior regista esordiente. La giuria formata dalla giornalista Daniela Tornatore e dagli scrittori Daniela Gambino e Francesco Romeo ha premiato il regista di Manuel. Grandi apprezzamenti ha riscosso soprattutto l’interpretazione di Andrea Lattanzi, già Premio Biraghi agli ultimi Nastro d’argento nei panni del protagonista. A Marine Francen e al suo Le Semeur è andato il Premio speciale ANDE cinema donna. Mentre l’inedito Premio Corrado Catania, dedicato ai mestieri del cinema, è andato alla montatrice Ilaria Fraioli.

È la conferma di un festival che ha visto le donne al centro e che,  oltre alla regista vincitrice, ha permesso di conoscere o riscoprire figure femminili importanti. Il riferimento è qui a Valentina Cortese, grande attrice italiana degli anni 40, celebrata da Francesco Patierno in Diva!  (per lui il Premio Lions dei Vespri). E a sua volta interpretata da 8 volti del cinema italiano contemporaneo: Isabella Ferrari, Anna Foglietta, Barbara Bobulova, Anita Caprioli, Carolina Crescentini, Greta Scarano, Silvia d’Amico e Carlotta Natoli.

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