“Prometeo incatenato” e la prima al Teatro Greca è un successo


Occhi umidi e applausi sentiti, questa è stata la prima che il teatro di Villa Greca a Gela ha ospitato.

Il regista, Daniele Salvo, ha presentato il Prometeo di Eschilo in questa suggestiva cornice che il padrone di casa ha voluto donare alla città.
Pochi, anzi quasi nulli, sono gli imprenditori illuminati, mecenati, portatori di cultura e di un respiro tutto nuovo di cui la città di Gela avrebbe gran bisogno. Tra questi però si leva una luce, quella di Luigi Greca.

PROMETEO INCATENATO – Prometeo ed Io, vittime di Zeus

Gela ha assistito ad uno spettacolo di enorme profondità, la tragedia eschilea porta con sé tutti i temi della trasgressione al potere costituito. Prometeo è simbolo di conoscenza, di progresso e il fuoco è luce che illumina l’umanità di conoscenza, il passaggio dalla preistoria alla storia. Prometeo dona agli uomini la speranza nei confronti del futuro.

La scelta non pare occasionale anzi è perfettamente congruente con la volontà di questo imprenditore: portare luce, uscire dallo stallo che questa città porta con sé da anni.
Come? Attraverso la bellezza.

Io narra la sua tragedia in Prometeo incatenato
PROMETEO INCATENATO – Io narra la sua tragedia

La città di Gela ha risposto positivamente ma non sono mancate le critiche dei soliti detrattori capaci solo di dare fiato alle tastiere.
Ma il messaggio è chiaro: offrire alla città,in un momento di grave crisi come l’attuale, in cui sembra che il nichilismo e lo scetticismo prendano il sopravvento, un luogo come questo che è la prova concreta, incarnata che una speranza c’è.

Qui, si vede concretamente che il punto sorgivo dell’educazione è la bellezza: come scriveva Dostoevskij “la bellezza salverà il mondo”.

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