Femminicidio: le parole sono importanti


Devoto-Oli 2009, femminicidio .

Prima attestazione di questa parola. Nel 2009 abbiamo sentito la necessità di una parola nuova per parlare di qualcosa che in realtà accade da sempre.

È ancora offensivo per qualcuno parlare di donne usando la parola femmina come se fosse “un animale”.  Ma la parola non è fine a se stessa e in questo caso non discrimina anzi, circoscrive e specifica perché parla di un fenomeno.

Questa non è una lezione di grammatica, né vuole essere specchietto illustrativo dei neologismi entrati a far parte della nostra lingua. È invece una riflessione sulla lingua, la stessa che ha dovuto modificare se stessa per parlare di un fenomeno di portata mostruosa.

Fenomeno che sì, ha avuto bisogno di farsi parola tanta è la sua potenza devastante. Ma purtroppo non è solo parole. È azione e si colloca all’interno di una visione culturale che vede il sesso femminile come debole, da prevaricare, una sorta di nulla sociale.

Non si può parlare di omicidio, né di umanicidio come qualcuno ha proposto. Perché?

Perché ad uccidere sono gli uomini e le loro vittime sono le donne.

120 i femminicidi dall’inizio dell’anno, uno ogni 3 giorni. Uccise in modo atavico, accoltellate, strangolate a mani nude, sfregiate e poi arse vive, avvelenate.

Quasi sette milioni le donne che nel corso della loro vita hanno subito una qualche forma di abuso. Stalking, violenza domestica, insulto verbale.

Tutte violazioni. Violazioni continue della propria sfera, intima e personale.

La notizia spregevole è che il legame tra la vittima e il suo carnefice è in una spaventosa percentuale ( 55,8%) di natura sentimentale.

Gelosia, possesso, dissidi. Le cause,

Per non dimenticare, per sensibilizzare, per abbattere i muri di silenzio fatti di tetti, giardini, locali e scantinati il 19 novembre verrà inaugurata ad Aci Castello, in Piazza Micale una panchina rossa.

Una panchina rossa vuota, un posto lasciato nella società da ogni donna uccisa da un uomo. Segno visibile e tangibile.

Molti sono i comuni italiani che stanno aderendo a questa iniziativa in vista anche del vicino 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Per tutte le violenze consumate su di Lei, per le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato.

 

p.s: Il mio correttore continua a segnarmi la parola, quella parola, come errore.

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