Catania, ai Benedettini va in scena “Odissea Penelope”, con Iaia Forte


L’evento è inserito nel calendario di eventi “Porte aperte Unict 2019 – L’Università per la città

Lunedì 17 giugno alle 21, al Chiostro di Ponente del Monastero dei Benedettini, va in scena lo spettacolo “Odissea Penelope“, drammaturgia e regia di Giuseppe Argirò, con Iaia Forte.

L’evento – organizzato da Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale (in collaborazione con Artelè e Associazione Città Teatro) – è inserito nel calendario di eventi “Porte aperte Unict 2019 – L’Università per la città“, che fino al 2 agosto ospita concerti, proiezioni, spettacoli teatrali e incontri negli edifici storici dell’Università di Catania.

Un classico moderno

Lo spettacolo fa parte del ciclo “Un classico moderno” con cui il Teatro della Città omaggia la modernità e l’attualità dei testi classici che risiede nella narrazione senza tempo delle tematiche universali che riguardano l’umanità, i suoi vizi e le sue virtù.

Grandi lezioni di vita che attraversano i secoli e arrivano al pubblico contemporaneo in tutta la loro intensità.

Liberamente ispirata all’Odissea di Omero, la pièce vede in scena Iaia Forte che, con abile trasformismo vocale, veste i panni dei personaggi coinvolgendo gli spettatori nel gioco teatrale delle diverse metamorfosi.

Gli eroi omerici, attraverso la riscrittura e la regia di Giuseppe Argirò, diventano grotteschi, brillanti.

Privati della loro antichità, rinascono moderni e profondamente umani, in un’interpretazione che si avvale di un repertorio musicale particolarmente accattivante e sofisticato, con i brani di Debussy, Chopin, Skrjabin, Tiersen, Nyman, Schumann, Piazzolla.

Per Argirò “Odissea Penelope” racchiude nel titolo la sua necessità d’essere, anticipando il punto di vista tutto al femminile dell’attesa: il travaglio interiore della fedeltà a un’idea.

L’adesione consapevole dell’eroina di Itaca alle vicende di viaggio di Ulisse esprime la rivendicazione del dolore, dell’abbandono e della solitudine.

Penelope e Ulisse compiono lo stesso viaggio

Penelope viaggia nella sua anima rimanendo ferma, stanziale, apparentemente immobile; libera nella costrizione e prigioniera della sua libertà, rivendica il diritto all’assenza.

“Odissea Penelope” rivendica quindi il diritto della donna ad esistere, a chiamarsi con un nome proprio, affermando un’identità che non può essere decisa a priori da nessun sistema culturale.

Nella memoria si consuma la violenza. Rimane il dolore muto e silenzioso che nega qualsiasi forma di rimozione ritrovando, nella parola e nel teatro, l’unica forma di rappresentazione possibile.

Biglietti al botteghino (Monastero dei Benedettini): intero 10 euro; ridotto personale universitario: 7 euro; ridotto studenti: 5 euro.

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