L’oro di San Berillo debutta ad Aci Bonaccorsi – Teatro in Corte, 6 settembre 2025


L'oro di San Berillo

“L’oro di San Berillo”, memoria e musica per raccontare una Catania che resiste

Sabato 6 settembre 2025, alle 21.00, la Corte di Palazzo Recupero Cutore ad Aci Bonaccorsi ospita la prima assoluta di L’oro di San Berillo, atto unico di Domenico Trischitta con la regia e l’adattamento drammaturgico di Gisella Calì, all’interno della rassegna Teatro in Corte promossa da Associazione Città Teatro.

Un debutto che intreccia biografia e storia urbana

Il testo di Trischitta nasce da un patrimonio di ricordi familiari e civici e si fa racconto corale: un viaggio nel quartiere San Berillo, tra gli splendori e le ferite della Catania del dopoguerra. Il cuore dello spettacolo è una denuncia civile: il pubblico ripercorre le pagine più controverse dello sventramento a fine anni Cinquanta, tra speculazione edilizia e pressioni criminali, che cambiarono per sempre la fisionomia del centro storico.

La visione registica: Don Saro e la “Canzone italiana”

Calì costruisce la regia su due linee guida. La prima è Don Saro, figura-sentinella che attraversa le epoche come un Virgilio domestico: non giudica, ma testimonia e riannoda le storie del quartiere. La seconda è la musica: la Canzone italiana diventa tempo e tessuto emotivo, un controcanto capace di sostenere anche i momenti più duri, come una memoria che resiste e purifica.

Il cast e la squadra creativa

In scena Cosimo Coltraro e Carmela Buffa Calleo, con Axel Torrisi, Giorgia Morana, Alessandro Chiaramonte, Daniele Caruso.
La direzione musicale è di Elisa Giunta; coreografie di Erika Spagnolo; costumi di Rosy Bellomia; scene di Rosario Di Paola.
Produzione Associazione Città Teatro in collaborazione con Fiat Lux 2.0.

Un quartiere, molte vite: perché vederlo

L’oro di San Berillo è teatro di memoria e impegno: restituisce un pezzo di città attraverso lingue, corpi e canzoni. È anche un omaggio a chi, da Pippo Baudo a Pippo Fava, ha raccontato la metamorfosi di Catania, tenendo vivo un patrimonio di storie popolari, desideri e contraddizioni.

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Anna Mazzeo

Giornalista pubblicista. Scrivo di libri che pochi leggono, spettacoli a cui pochi partecipano e problemi che troppi ignorano. Sono consapevole che, dove finisce la cultura, inizia il disagio. Più che dare risposte, preferisco fare domande.

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