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Zafferana Etnea, Maria Rita Leotta porta in scena la “Centona” di Martoglio

Maria Rita Leotta, eccellente attrice e regista siciliana, porta in scena la “Centona” di Martoglio, con le musiche originali di Alessandro Cavalieri.

 “Centona”, che nella parlata popolare catanese dell’epoca significava “confusione”, è la raccolta completa di tutte le poesie di Nino Martoglio, pubblicata per la prima volta a Catania all’inizio del 1900 dall’editore Cav. Niccolò Giannotta.

Luigi Pirandello scrive nella prefazione a “Centona”: “Nino Martoglio è tutta la sua Sicilia, che ama e che odia, che ride e gioca e piange e si dispera, con gli accenti e coi modi che in Centona sono espressi per sempre, incomparabilmente”.

Uno spaccato di storia, e un testamento prezioso del tesoro che ogni terra dovrebbe custodire gelosamente e tramandare: il dialetto, la lingua dei nostri avi.

In questa versione teatrale, tra le molteplici rappresentate nel tempo, sono stati selezionati i pezzi più rappresentativi dell’opera: La Criata sparrittera, La testimunianza, La cavallaria rusticana, Lu telefricu senza fila, L’amuri, Lapardera, Lu suli e la luna, A forficia, Caino e Abeli, Li patruni taliani e la baria catanisi, Curtigghiarisimi, L’omu secunnu la teoria darwiniana, Nica, Chiaccu di furca, La vita e l’amuri, Cummattimentu di Orlandu e Rinaldu, Parabula furmicula, e altri ancora.

Alcuni testi sono stati sapientemente musicati dal Maestro Alessandro Cavalieri, che come sempre dimostra il suo genio creativo e il suo gusto raffinato.

In questa versione sono stati inseriti alcuni testi della “seconda centona” di Martoglio, Cose di Catania, precedentemente pubblicata nel periodico satirico D’Artagnan, diretto e curato dallo stesso Martoglio.

Stralci di storia siciliana

È sicuramente uno spettacolo nuovo, originale che vuole raccontare uno stralcio di storia della Sicilia, nelle sue caratteristiche più intrinseche.
Dalle comiche situazioni delle curtigghiare e dei mbriachi scienti, alla drammaticità di “tistimunianza” e “Nica”; dalla filosofia di “la vita e l’amuri” all’esilarante cummattimentu di Orlandu e Rinaldu.

“In questa edizione di la “Centona” – afferma la regista – ho voluto puntare più sull’interpretazione e non sulla riproduzione didascalica e tradizionalmente poetica dei testi rappresentati. Credo che ogni testo vada interpretato e mai riprodotto allo stesso modo, pur non violentandone il senso, la metrica e l’intenzione dell’autore. Questo credo vada fatto sempre, in ogni regia che si rispetti.

Solo con l’interpretazione si può rendere diverso un testo classico, purché essa sia sempre nel rispetto del testo stesso. Ecco, io vorrei fare questo: dare dei colori diversi (non opposti) all’anima dei personaggi che in Centona si susseguono”.

Appuntamento da non perdere, quindi, martedì 23 luglio alle ore 20:45, presso l’Anfiteatro Falcone Borsellino, a Zafferana Etnea.

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